UNA PIETRA DA  SCULTURA NEL BASSO MONFERRATO CASALESE?                     LA PIETRA DI VIGNALE



Infernot si ma non solo. Vignale Monferrato  non finisce mai di stupirci per la sua storia e per le sue tradizioni che si perdono nei secoli.

Ieri abbiamo incontrato Luca Finco, studioso di pietre antiche da costruzione (come lui stesso si è definito) che collabora con il Politecnico di Torino.

La storia delle sue ricerche ci riporta a molti dei borghi del basso Monferrato casalese  caratterizzati dalle suggestive architetture in pietra del posto, conosciuta come tufo dai locali ma classificata nella formazione della Pietra da cantoni dai geologi. "Un po’ ovunque-ci ha raccontato- questa pietra diventa il materiale privilegiato dai costruttori per le cascine (cassine), i ricoveri degli attrezzi agricoli (casot), i locali ipogei (infernot), le civili abitazioni e gli edifici religiosi, in particolare le ecclesie romaniche. Nel tempo, architetture e paesaggio si sono fusi in un insieme armonico ed equilibrato, all’interno del quale oggi la pietra è evidente protagonista."

Le sue ricerche portate avanti in  questi anni su oltre cento strutture architettoniche, hanno portato alla costituzione di una banca dati regionale sui materiali lapidei impiegati nelle costruzioni ascrivibili al XI-XIV e di una serie di studi pubblicati.

“…la parte maggiormente degna di nota delle conclusioni cui si sta pervenendo, evidenzia come esistono due fasi storiche di utilizzo della pietra nel Monferrato legate a differenti culture, ossia l’epoca ottocentesca dei cantoni e l’età medievale della pietra da scultura, pietra che sulla base delle conoscenze attuali possiamo  definire Pietra di Vignale”.

 

Luca Finco poi,  aggiunge “…la più celebre fase recente, il cui apice è il XIX secolo come Pietra dei Cantoni, è oggetto di attenzione e valorizzazione ma in realtà manifesta un fenomeno che, salvo alcune eccezioni, resta confinato nell’ambito locale del basso Monferrato casalese.  Al contrario, la fase più antica, nell’intorno dei secoli dal XII al XIV, si rivela tanto interessante quanto inattesa, almeno da parte di chi scrive, proprio perché vede coinvolta buona parte dell’odierno territorio piemontese”.

 

Non solo pietra da costruzione quella che veniva estratta a Vignale quindi, ma anche Pietra da scultura utilizzata nel medioevo nella costruzione delle prime ecclesie romaniche !

Una pietra più dura della pietra dei cantoni,  oggi ampiamente diffusa sul territorio, che si può definire come una “calcarenite di colore giallo chiaro a grana fine”, utilizzata come : “paramenti murari, apparati scultorei in architetture religiose e civili, singole sculture (statue, sarcofagi ecc.)”.

Ma dov’erano le cave a Vignale : “Può essere un azzardo parlare delle cave di pietra medievali, perché la riconversione dei siti alle attività recenti, siano esse agricole o altre di escavazione praticate con la dinamite (per esempio per produrre calce, pietrisco da massicciata e cemento), ha contribuito a far perdere le tracce delle attività antiche. Il discorso vale anche per le cave del XIX secolo adibite a lavorare blocchi da costruzione. Dal polo vignalese la diffusione dei litotipi avviene verso est e ovest lungo il percorso del Grana, mentre a sud percorre quella che più tardi verrà ricordata come la strada franca di Felizzano, raggiungendo il Tanaro e, da lì, Asti; non vi sono, invece, riscontri in direzione nord: nel XII secolo pare che la pietra rimanga all’esterno dei confini con il territorio di Rosignano.  Nel XIX secolo il polo di Vignale cambia: condivide la cultura d’uso dei cantoni seriali (in litotipi diversi da quello calcareo mediovale da scultura), rientrando, così, nel novero dei luoghi dove si cavano i blocchi per le costruzioni.

Cambiano le necessità, cambiano i committenti, cambiano le sempre abili maestranze, ma la Pietra da cantoni, pur nella sua intrinseca diversità, in tutti questi anni è rimasta arroccata là, in posti talvolta veramente inaccessibili, a difendere i segreti di un sorprendente passato che era visibile a tutti e  su cui, invece, per motivi sconosciuti è sceso il silenzio".
Almeno sino a oggi.

 

Per saperne di più :

 

Una pietra da scultura nel basso Monferrato casalese? Luca Finco Associazione Culturale Antonella Selvatico 2013 "Langhe Roero e Monferrato"- secondo semestre 2013

 

Dalla cava al cantiere cantoni ed altre pietre nel complesso della Torre di Viarigi  di Luca Finco in Viarigi e la sua Torre Storia e restauro  a cura di Marta Franoso e Cristina Lucca Direzione Regionale Beni Culturali del Piemonte

 

A cura del Cp Club UNESCO di Vignale Monferrato