CENNI STORICI

Lo sviluppo urbanistico di Vignale

Nel Monferrato il fenomeno dell’incastellamento viene fatto risalire alla prima metà del X secolo per esigenze di autodifesa da parte dei signori locali contro le incursioni di Ungari e predoni. In molti casi sulle colline più alte vennero costruite torri di avvistamento col tempo trasformate dai signori locali in abitazioni. Intorno ad esse i contadini iniziarono a costruire case di legno o pietra per poter trovare rifugio nel castello in caso di pericolo. La costruzione di muri perimetrali all’area abitata permise di creare veri e propri villaggi fortificati il cui impianto è ancora oggi visibile nell’articolazione delle vie dei paesi collinari. L’attuale impianto urbanistico di Vignale ricalca la struttura che si è andata delineando a partire dal 1000-1100: ad un primo nucleo, formato dal Castello (n. 6 sulla mappa) e dall’iniziale villaggio fortificato, hanno fatto seguito tre diversi ampliamenti della cinta muraria per consentire l’inglobamento dei borghi cresciuti ai margini dell’abitato centrale.

Vignale Monferrato oggi

Il dialetto locale ha mantenuto inalterati i riferimenti toponomastici del villaggio fortificato, giunti fino a noi attraverso una tradizione orale che ha conservato memoria del castello, delle cinte murarie, dei fossati e delle porte di accesso, nel frattempo scomparsi. Oltre al paesaggio di superficie disegnato dall’opera dell’uomo, a Vignale esiste anche un paesaggio sotterraneo che merita di essere riscoperto e rivalutato.
Un primo importante passo è stato compiuto valorizzando
gli infernot, piccole stanze ipogee scavate nella marna, un particolare conformazione rocciosa presente in Monferrato e detta anche “pietra da cantoni”. Nel 2014 l’Unesco, nel dichiarare patrimonio dell’umanità “I paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato”, ha riconosciuto l’importanza degli infernot di Vignale e di altri otto Comuni della zona.

Il riconoscimento premia la capacità dell’uomo di creare un paesaggio culturale intorno alla filiera del vino, che va dalla coltura della vite, alla produzione del vino e alla sua conservazione. L’uomo comune non si è limitato a produrre il vino, ma si è ingegnato a creare vere e proprie opere d’arte per conservare quello di maggior pregio, scavando nel sottosuolo per realizzare “infernot” di varia foggia, dimensione, complessità e bellezza.
Ma la
Vignale sotterranea non si esaurisce qui, il sottosuolo vignalese nasconde ancora tanti tesori che andrebbero recuperati, come vecchie cisterne e cunicoli. La tradizione orale ha mantenuto il ricordo di cunicoli che partivano dal Castello e, passando sotto le mura, consentivano le vie di fuga e i rifornimenti durante gli assedi.

Mappa del Castello e delle antiche cinte murarie di Vignale

Nel periodo 1000-1100 l’area del Castello (A+A1) coincideva con l’edificio ancor oggi così denominato in dialetto an Casté (in Castello). La prima cinta muraria (B) racchiudeva il villaggio fortificato e scorreva lungo il perimetro che a sud divide gli edifici che affacciano da un lato sull’attuale Via Roma e dall’altro sulla Via Verdi (ancor oggi normalmente chiamata in dialetto “an sla müra”: sulle mura) e a ovest si trova alle spalle degli edifici che fiancheggiano il lato destro della piazzetta Callori ( guardando la Parrocchiale)

 

Ancor oggi si può vedere sulla sommità della collina un quadrato formato dagli edifici, di epoca successiva, sorti sulle fondamenta del vecchio Castello e delimitati ad est e sud da un pendio boscoso che degrada verso l’attuale via Circonvallazione.

Delle mura originarie oggi poco rimane, in parte perché nascoste dalle abitazioni successivamente edificate contro la cinta muraria, in parte a causa di crolli che richiesero nel tempo parziali interventi di ricostruzione. Oggi rimangono visibili, lungo il perimetro delle tre cinte originarie, alti muri di contenimento di diversa foggia edificati a tratti con pietre da cantone, con mattoni o con cemento

La costruzione delle 3 cinte murarie originarie risale ai seguenti periodi:


1. Dal 1
200 - primo ampliamento
- coincide con il muro sottostante il Belvedere che corre sul fianco ovest della Piazza Callori (sotto la Parrocchia esistono i camminamenti delle guardie) e della Chiesa Parrocchiale (edificata nell’800 sopra una chiesa più antica).
- La Porta di accesso (P1) si trovava sull’attuale Piazza del Popolo all’imbocco della via Verdi e immetteva nel villaggio fortificato


2. Dal 1
300
- le mura successivamente costruite B1 disegnano un nuovo percorso che ingloba le case del borgo trecentesco, sorte sul lato ovest e sud della collina
- seguono il perimetro oggi identificabile dalle strade denominate via Re, Piazza Briatti (Porta n. 4) Via Garibaldi (denominata “cuntrà ad mes” contrada di mezzo)
- All’incrocio con la via Bergamaschino sorge ancor oggi la “porta Urbica” (Porta n. 3) con la scala che sale verso il centro del paese. Le mura scorrevano lungo l’attuale facciata sud del Palazzo Callori (all’epoca non ancora costruito) fino alla Piazza del Comune (Porta n. 2).


3. Dal 1
500
- una nuova cinta muraria ampia notevolmente il paese di Vignale nel XVI secolo (B2 )
- Ad est dell’attuale Piazza Mezzadra si trovava la Porta n.5 e il fossato: l’abitato oggi denominato “al burg (il borgo)” lungo la via E. Rossi, fu costruito successivamente.
- Le mura correvano lungo la Via IV Novembre e via Besso a sud, proseguivano sotto la Chiesa del Convento arrivando a lambire la Via Cantamessa.
- In coincidenza con l’attuale Parco della Rimembranza si trovava la Porta n. 6.
- Le mura in Piazza Italia (chiamata “an si fos”, sui fossi) sono ancora oggi visibili: proseguivano verso nord fino ad arrivare all’incrocio con via Mazzini alla Porta n. 7 ( “al purton”).
- La via Massimo D’Azeglio che scorre parallela fra le due cinte murarie prende il nome di “Cuntrà ad fond” (Contrada di fondo) mentre la via Roma, che collega la Piazza del Comune con la Porta 5 viene denominata Cuntrà Granda (Contrada Grande).
- A nord le mura includevano edifici fino all’attuale via Circonvallazione .

 

Lo sviluppo delle mura rispondeva ad esigenze di crescita della popolazione. Si stima che fra il 1000-1100 e il 1500 gli abitanti di Vignale siano cresciuti dagli iniziali 500 a circa 3500. Un numero destinato poi a crollare a seguito delle pestilenze, guerre e saccheggi che hanno contraddistinto il periodo successivo fino ‘700.

I principali eventi storici

Il ‘300: il feudo e le occupazioni
L’importanza di Vignale e il suo coinvolgimento in eventi che hanno riguardato la storia del Monferrato, deriva dalla sua peculiare posizione che domina a 360 gradi le vallate sottostanti. Anche per questo motivo il paese è stato oggetto più volte di saccheggi e distruzioni e oggi poco o nulla rimane degli edifici più antichi.

 

Fra il XI e il XIII secolo il paese divenne un feudo piuttosto ambito e verso la fine di questo periodo fu oggetto di attacchi e conquiste da parti avverse :
1296 = occupato da Giovanni I
1297 = riconquistato dagli Astigiani
1303 = riconquistato da Giovanni I
1306 = occupato dal Marchese di Saluzzo e dagli Angioini
1307 = ripreso da Teodoro Paleologo (con una cruenta battaglia nella Valle Maggiora che porta a Casale).
1310 = vittoria dei guelfi Secchi e cacciata dei ghibellini Pastrone, rientrati poi l’anno successivo.

 

Si presume che a seguito della riappacificazione fra i Pastrone e i Secchi i vignalesi abbiano portato a termine la costruzione della seconda cerchia di mura di cui rimangono oggi visibili:
- la Porta Urbica in stile gotico costruita con blocchi di sfanarie
- Tratti lungo la via Garibaldi (contrada di mezzo).


Il Palazzo Callori, costruito poi nel XVIII/XIX secolo, ha come basamento un tratto di queste mura. La
popolazione nel ‘300 si stima potesse arrivare intorno ai 3.000 abitanti, in parte residente dentro le mura, in parte nei borghi esterni. Il Castello sede del Castellano, emissario del Marchese del Monferrato fu ingrandito e merlato con merli ghibellini a coda di rondine. Nei fabbricati intorno al cortile (A1) operavano gli artigiani (fabbri, carradori, scalpellini, falegnami) e il personale necessario alla vita del castello.
Una
Chiesa dedicata a San Bartolomeo, orientata a sud-ovest, esisteva dove attualmente si trova la Parrocchiale ed era il rifacimento intorno al 1300 di una primitiva chiesa costruita intorno al 1000. Sarebbe durata fino alla fine del ‘700 quando poi venne abbattuta per costruire l’edificio attuale, molto più grande e orientato verso sud. ù

Sul territorio vignalese esistevano a inizio ‘300 altre dieci chiese o cappelle (ancora esistenti quella di Santa Maria di Fossano, di Molignano, di San Lorenzo, queste ultime due successivamente ricostruite).
Nel
1348 una terribile pestilenza, la peste nera, si abbatté su tutta Europa. Anche se si attenuò fino quasi a scomparire dopo il 1351, la peste divenne un male ricorrente.
A
Vignale si registrarono nel tempo diverse pestilenze:
- 1348, 1362, 1384, 1398,
- 1430, 1473
- 1521, 1529, 1599
- 1630
La
Chiesa dei Battutti, la Cappella di San Sebastiano (eretta sopra una chiesetta più antica) e quella di San Rocco (ora scomparsa) furono edificate a seguito delle suddette epidemie. Nel ‘300 le famiglie più in vista erano i: Pastrone, Cordera, Mellana, Faà, De Monzeo o Monzeglio e De Calorio, poi Calori o Callori. Questi ultimi acquisteranno nel ‘500 ragioni feudali di Vignale, fino a diventare nel ‘600 unici feudatari.

 

Il ‘400: le compagnie di ventura
L’importanza di Vignale come paese di un certo prestigio si deduce dal fatto che, presso il suo Castello, rispettivamente nel 1407 e 1413, furono convocati due Parlamenti monferrini. Teodoro II (dei Paleologo, Marchesi del Monferrato), a partire dal 1400, risiedette diverse volte nel castello di Vignale che lo ospitò con la sua corte.
Le ostilità fra Milano e Venezia scoppiate poco dopo, e sostenute in gran padre dalle compagnie di ventura, coinvolsero anche il Basso Monferraro. Visconti, duca di Milano, inviò contro il Marchesato le truppe capitanate da
Francesco Sforza. Nel 1431 Vignale, come altri comuni dei dintorni, si arrese allo Sforza. Anche Casale venne occupata dai milanesi.
Successivamente le truppe savoiarde di
Amedeo VIII, chiamate da Gian Giacomo, Marchese del Monferrato, riuscirono a conquistare gli stessi territori, Vignale incluso.
Nella seconda metà del ‘400 venne costruito a
Vignale il convento dei Serviti, unico nel Monferrato, e poco dopo, a cavallo del ‘500, la Chiesa di Santa Maria di Monterotondo o chiesa dell’Addolorata (ancora esistente, consacrata e diventata monumento nazionale), edificata sulla preesistente chiesa di Santa Maria.

 

il ‘500: le guerre fra Francia e Spagna e i saccheggi
Fra il ‘400 e il ‘500 fu costruita a Vignale una nuova cerchia di mura. Il paese era suddiviso in 4 cantoni:
1) Dietro Castello, con la Parrocchiale e gli edifici contornati dall’attuale Via Circonvallazione
2) Borgo Nuovo, con la Chiesa di San Maurizio (B1 e B3)
3) Monterotondo (B2), con la Chiesa della Contrada di Mezzo.
4) Lizzano o Lissano, zona nord, con la Chiesa di San Felice.
Ogni quartiere aveva un proprio Registro delle tasse e per superare i contrasti di interesse nel 1501 si procedette alla loro
unificazione in una sola Comunità. Nel 1504 la pace di Blois aveva sancito il passaggio del Ducato di Milano alla Francia e confermato il Regno di Napoli alla Spagna. Il Papa Giulio II decise di allearsi con Venezia e gli Spagnoli contro i Francesi. 

 

1514: 1º saccheggio di Vignale
Guglielmo IX (Marchese del Monferrato) intervenne in aiuto dei francesi e nel 1514 il capitano Gaspare Stampa, al soldo di Milano, effettuò il primo grande saccheggio di alcuni comuni del Basso Monferrato, fra cui anche Vignale. Pochi anni dopo, nel 1521, le truppe ispano-imperiali di Carlo V conquistarono il Ducato di Milano e sui territori del Monferrato irruppero contingenti di armati in cerca di bottino, saccheggiando e distruggendo. Dopo la Battaglia di Pavia del 1525 gli Spagnoli rimasero padroni in campo nel Monferrato. Alla morte dell’ultimo erede dei Paleologo, il Marchesato del Monferrato passò, per vincolo matrimoniale, a Federico Gonzaga.


1529-30: una grave pestilenza colpì tutto il Monferrato


1540: Federico Gonzaga morì. Alla morte del suo primogenito, pochi anni dopo, gli succedette il dodicenne Guglielmo sotto la reggenza della madre. Il Monferrato rimase abbandonato a se stesso.


1556: 2º saccheggio e distruzione del paese

Nel 1555 i francesi riuscirono a conquistare Casale e altre località della zona. Nel febbraio del 1556 avvenne il saccheggio di Vignale ricordato da una incisione su una pietra, ancora visibile nel cortile del Castello. Con questa decisione il francese Conte di Brissac (responsabile delle campagne militari in Piemonte) volle impedire agli spagnoli di ultimare le fortificazioni di Vignale che ne avrebbero fatto una roccaforte quasi imprendibile. L’assedio durò 5 giorni, con bombardamenti che aprirono una breccia nelle mura consentendo ai francesi di irrompere nel borgo. I Vignalesi parteciparono con gli spagnoli alla difesa e vennero massacrati con donne, vecchi e bambini che avevano trovato rifugio nelle chiese e nel convento dei Serviti. Le cronache descrivono il paese come posto “a ruba, a sacco ed a fuoco e non vi rimase che un mucchio di rovine”. Il Castello venne “dismantellato”, quasi tutti gli Spagnoli e buona parte dei vignalese rimasero uccisi. Il capitano Pagano per sfuggire ai nemici si gettò nel pozzo del castello (detto da allora pozzo del capitano).


1599: nuova pestilenza

 

il ‘600 : le guerre del Monferrato
Carlo Emanuele I di Savoia
riuscì ad annettersi all’inizio del ‘600 il Marchesato di Saluzzo e volse subito dopo le sue mire sul Marchesato del Monferrato, ancora dipendente dai Gonzaga di Mantova.


1613: 1^ guerra (occupazione dei Savoia)
Carlo Emanuele invase parte del territorio del Monferrato, compreso anche Vignale. Il paese fu in gran parte devastato e la popolazione dovette farsi carico di 800 fanti e relativi cavalli lasciati a presidio del territorio. Contrari al colpo di mano contro il Marchesato furono sia i francesi sia gli spagnoli e Carlo Emanuele fu costretto a ritirare le proprie truppe. La 1^ guerra si concluse con la pace di Pavia nel 1617


1625: saccheggio degli spagnoli
Nell’eterna lotta fra Francia e Spagna il Monferrato rivestiva una posizione strategica importante, rappresentando un corridoio di passaggio per truppe e merci spagnole che da Genova potevano raggiungere le Fiandre (dominio spagnolo) aggirando i territori francesi. L’alleanza che Carlo Emanuele stipulò con i francesi per l’invasione e ripartizione del Genovesato provocò la reazione violenta della Spagna. Un forte esercito al comando del Duca di Feria, Governatore di Milano, attraversò tutto il Basso Monferrato. Vignale subì la furia degli Spagnoli contro beni, donne e bestiame. Gli abitanti furono costretti a fuggire a Casale. Decimato dalle malattie l’esercito spagnolo dovette poi ritirarsi nel Ducato di Milano.


1626 : 2^ guerra (guerra di successione di Mantova e Monferrato)
Il problema della successione nel Ducato di Mantova e Monferrato spinse a un ribaltamento del alleanze. Siamo nel pieno della “Guerra dei trent’anni” (1618-1648) e i fronti contrapposti erano:
- Francia e Ducato di Mantova
- Spagna, Impero e Ducato di Savoia.
Carlo Emanuele I e il Governatore di Milano firmarono un patto di spartizione del Monferrato. L’esercito spagnolo pose l’assedio a Casale (citato anche nei “Promessi sposi”). Nel
1628 Vignale venne occupato dagli spagnoli che, a spese della popolazione, pretendevano alloggi, viveri e denari. L’occupazione dei paesi dei dintorni aveva lo scopo di impedire i rifornimenti alla città di Casale.
Nel marzo 1629 l’assedio di Casale venne tolto di fronte alla minaccia dell’imminente arrivo dell’esercito francese inviato da Luigi XIII e dal cardinale Richelieu. A Vignale il presidio delle truppe spagnole fu sostituito da quelle francesi. Nell’autunno 1629 gli Spagnoli rioccuparono Vignale e tutti i paesi limitrofi mentre Casale resisteva difesa dai Franco-monferrini.


1630: nuova terribile pestilenza, di cui furono ritenute responsabili le truppe imperiali scese alla conquista di Mantova


1631: Trattato di Cherasco. Dalla guerra escono vincitori la Francia e il Ducato di Savoia, a cui passano parte delle terre del Monferrato, ridotto in “ stato di miseria e calamità”.


1641-1681 Vignale fu coinvolto in saccheggi, devastazioni ed eccidi ad opera degli eserciti opposti:
1641-1651 : gli Spagnoli
1652- 1659
: i Francesi, dopo l’occupazione di Casale da parte degli spagnoli
1681
: I francesi tornarono a Casale ottenendo nuovamente il controllo di tutto il Monferrato.
1652 : Fulvio Calori (che aveva partecipato alla difesa di Casale assediata dagli spagnoli), con il fratello Federico, ottenne il titolo di Conte per il ramo Calori di Vignale.
1691 : distruzione del Castello di Vignale

 

Nel 1690 lo Stato di Savoia aderì alla “Grande Alleanza contro la Francia” e circa 4000 Alemanni guidati dal principe Eugenio si accamparono sulle colline del Basso Monferrato intorno a Casale: i comuni furono costretti a provvedere al mantenimento delle truppe. Vignale, dove esisteva un piccolo presidio francese, decise di non accettare l’imposizione fidando nella promessa di intervento di Casale.
1691 gennaio: il paese venne circondato dagli Alemanni e bombardato. La fanteria entrò dalla Porta n. 7 (al Purton). Tutti gli abitanti si rifugiarono nel Castello, nelle chiese e nel Convento. Il comandante del presidio francese accettò la resa e ne seguì uno spaventoso saccheggio con l’uccisione di donne e bambini, mentre il paese e il castello venivavo dati a fuoco.

Ancora nel ‘900 veniva usato per gli abitanti di Vignale il soprannome i brüsaton (bruciatoni). Una pietra visibile oggi nel cortile del Castello ricorda l’evento con una incisione.

 

il ‘700 : il passaggio del Monferrato ai Savoia
1713
: la pace di Utrecht, che segnò la fine della Guerra di Successione Spagnola, portò alla cessione del Monferrato a Vittorio Amedeo II, per meriti di guerra. 
Vignale, che era stato nei secoli precedenti un comune dotato di una certa autonomia, a seguito degli eventi drammatici del ‘600, entrò in un periodo di decadenza e successivamente nell’anonimato di una piccola località.

FONTE:  C.Ferraris, Vignale Monferrato dalle origini al 1713