Mostra "Filari di luce " al MAO di Torino
14-15 ottobre 2017
Per molti
le antichissime origini del nostro bel Monferrato, sono cosa quasi sconosciuta, e per questo motivo il Club per l’UNESCO di Vignale organizza per domenica 4 giugno alle ore 16 nell'atrio del
Palazzo Callori, un incontro con alcuni esperti del settore , il dr. Paolo Sassone(Geologo), la prof.ssa Donata Violanti (Ordinario di Micropaleontologia dell'Università di Torino) e il dr
Alfredo Frixa (Geologo).
Per
comprendere la storia geologica delle colline riconosciute dall’UNESCO, è necessario fare un grande balzo all'indietro nel tempo e pensare che tanti milioni di anni fa, prima della comparsa
dell'uomo sulla Terra, il mare ricopriva la Pianura Padana e le colline non erano emerse.
Così sono
trascorsi i millenni che si perdono nella notte dei tempi, prima che, con un grandioso movimento della crosta terrestre, i calcari e le marne, deposito di una rigogliosa vita marina,
cominciassero ad innalzarsi.
Il
corrugamento di questo terreno primitivo originario è avvenuto, secondo i geologi, nell'era Terziaria o Cenozoica, epoca questa che comprende un periodo di evoluzione che va dai sessanta milioni
di anni fa, all'inizio del Quaternario.
Se
osserviamo i paesi di San Giorgio, Ozzano, Treville, Moleto, Vignale, Cellamonte, Rosignano notiamo che essi si appoggiano sulle arenarie, mentre i fondo valle appartengono ad un periodo
più recente, tipico per le sue marne grigio bluastre.
Questi
terreni contengono ricche ed abbondanti testimonianze del loro passato, conservando fossili di Coralli, di Echinodermi , di Ostriche e Molluschi.
Un altro
aspetto peculiare dell’evoluzione di queste terre è la presenza di fonti salmastre e solforose distribuite tra i vari territori , fonti un tempo utilizzate ed oggi spesso dimenticate. Questo e
altro ancora sarà argomento del pomeriggio di domenica prossima.In contemporanea avremo anche l'apertura dell'inferno Belvedere.
Abbiamo partecipato insieme a LIBERA e al COMUNE di CASALE MONFERRATO ad una bella iniziativa di sostenibilità rivolta alle scuole in occasione della commemorazione delle vittime dell'amianto.
Club Unesco Vignale ha partecipato con 2 seminari:
Laura Erbetta ha presentato "DECARBONIZZIAMOCI!"
Alberto Maffiotti ha presentato "Che clima che fa"
"L’associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie, in collaborazione con Legambiente, AFeVA e con la collaborazione del Comune di Casale Monferrato, vorrebbe proporre in data 29 aprile 2017 un evento per sensibilizzare i ragazzi delle Scuole Secondarie di Secondo Grado, all’ecosostenibilità e ad una “vita a impatto zero”.
Perché Vita a impatto (ambientale) zero? Perché il nostro pianeta sta diventando sempre più caldo e ciò può avere drammatiche conseguenze se non si interviene per tempo. Lo devono fare gli Stati, ma anche ognuno di noi, e ogni comunità, deve fare la sua parte per arrestare questa pericolosissima deriva.
Anche la nostra città, colpita negli anni passati da un immane disastro ambientale (l’Eternit, che ha disperso per decenni polvere d’amianto nel nostro ambiente, causando migliaia di vittime tra operai e cittadini) può risollevarsi solamente adottando stili di vita orientati alla ecosostenibilità"
Golosaria a Vignale Monferrato 1^ e 2 aprile vi aspettiamo per visitare l'Infernot !
Un progetto di conservazione della BIODIVERSITA' nel Monferrato Affidato dal Comune di VIGNALE
al CLUB per l'UNESCO
In Italia risultano attualmente segnalate 34 specie di chirotteri (pipistrelli), delle quali 28 certamente presenti anche in Piemonte. Molte di esse versano in precario stato di conservazione per una somma di cause: abuso di pesticidi in agricoltura (hanno alimentazione insettivora); distruzione/alterazione delle componenti ambientali che producono le loro prede (soprattutto boschi e zone umide) e che ne facilitano gli spostamenti (siepi e filari arborei); introduzione nell’ambiente di elementi che, all’opposto, costituiscono barriere fisiche (parchi eolici); alterazione dei siti di rifugio.
Questi ultimi – cioè i luoghi che i pipistrelli usano per andare in letargo, trascorrere le fasi di riposo e riprodursi – in natura sono rappresentati da grotte, cavità arboree, fessure di
pareti rocciose e anfratti all’interno delle pietraie. In alternativa, i pipistrelli possono utilizzare rifugi artificiali che ne imitino le caratteristiche, fra i quali le costruzioni
dell’uomo.
Interstizi con caratteristiche simili a quelle delle fessure rocciose e delle cavità arboree si trovano in abbondanza negli edifici, comprese le comuni abitazioni: cassonetti delle
tapparelle, intercapedini sotto gli elementi di copertura del tetto o di rivestimento delle facciate, nicchie dietro le grondaie e fra i muri e la canne fumarie.
Molto più rari invece, negli edifici, i rifugi analoghi agli ambienti di grotta, cioè caratterizzati da volumi cospicui e bui, tranquilli, con soffitti adatti all’appiglio (in legno, pietra o
mattone, non intonacati o con intonaco ruvido) e microclima idoneo. Tali condizioni si realizzano per lo più nei sottotetti e negli scantinati degli edifici monumentali, come castelli,
palazzi e chiese.
Le specie che frequentano i rifugi di grande volume dimostrano nei loro confronti un’estrema fedeltà, tornando a utilizzarli regolarmente, nello stesso periodo, ogni anno. I motivi di tale
fedeltà sono facilmente comprensibili: le grotte sono una risorsa rara e ritornare in una grotta che già si è dimostrata adatta allo svolgimento di una funzione biologicamente critica – come
partorire e allevare la prole oppure andare in letargo – rappresenta una garanzia, un comportamento che è stato premiato nell’evoluzione e che è rimasto passando dalle grotte agli ambienti
artificiali simili. Ne consegue che la distruzione o l’alterazione di un sito di rifugio di grande volume può avere esiti estremamente negativi per i chirotteri.
Anche i rifugi di piccolo volume possono essere riutilizzati dagli stessi esemplari anno dopo anno, ma la loro perdita è in genere meno grave perché la loro disponibilità è maggiore e per il
fatto che le specie che li frequentano tendono a cambiare frequentemente rifugio. Tale comportamento si è presumibilmente evoluto per affrontare le “limitazioni” dei rifugi arborei: durata
limitata, esposizione al rischio di predazione, competizione con altri animali per il loro utilizzo, ecc.
I chirotteri che si insediano nei grandi volumi appartengono spesso a specie rare e minacciate, mentre le specie associate ai piccoli volumi si trovano prevalentemente in migliore stato di
conservazione.
Gli edifici monumentali possono dunque essere particolarmente importanti per la conservazione dei chirotteri e Palazzo Callori è uno di questi: ospita una delle sole tre colonie riproduttive di rinolofo maggiore attualmente conosciute in Piemonte!
15 giugno 2016
PIPISTRELLI A PALAZZO CALLORI
28 febbraio 2016 in occasione di
Genius loci in Monferrato
I Chirotteri, Mammiferi alati comunemente noti come Pipistrelli, sono animali estremamente specializzati, per la capacità di volare muovendosi nella più completa oscurità, grazie ad un sistema di ecolocalizione ad ultrasuoni, e di sopravvivere in uno stato di letargo nei mesi invernali quando la temperatura è rigida e scarseggiano le prede.
I pipistrelli hanno due necessità primarie: la prima è la disponibilità di rifugi (roost) adeguati per il riposo diurno, la riproduzione e l’ibernazione invernale;
la seconda e la presenza di aree di foraggiamento abbondanti di insetti di cui si nutrono.
Entrambe queste necessità hanno reso i Pipistrelli tra i gruppi animali più minacciati dagli errori dell’uomo.
In primo luogo, essi sono estremamente sensibili ai cambiamenti sia climatici che ambientali e quindi, in conseguenza delle profonde modificazioni antropiche (e.g., agricoltura intensiva, ristrutturazione di edifici abbandonati, frammentazione degli habitat, alterazione o chiusura di grotte naturali, di cave di miniere abbandonate, riduzione delle aree forestali, bonifica delle zone umide, riduzione delle ‘formazioni lineari’ di vegetazione, siepi lungo corsi d’acqua e campi coltivati, ecc.) e naturali (e.g., variazioni climatiche e della copertura-distribuzione vegetale) dell’ambiente, hanno subito un forte declino in numerosità in ogni parte del mondo.
Inoltre, la mancanza di cultura e le conseguenti false credenze li hanno dipinti per secoli come demoniaci vampiri, legati all’oscurità e al maligno, generando nella gente diffidenza e rifiuto, fino ad arrivare ad attività volontarie atte a perseguitarli e allontanarli dai loro rifugi, con gravi danni per gli ecosistemi in cui vivevano.
Oggi in Italia i Pipistrelli costituiscono quasi un terzo delle specie di Mammiferi della nostra fauna, ma sono anche l’ordine rappresentato dal maggior numero di specie minacciate di riduzione drastica sia in varietà che in numero di esemplari per specie.
I Pipistrelli sono un gruppo di Mammiferi molto evoluti, gli unici in grado di volare, grazie ad una mano che l’evoluzione ha modellato a formare un’ala perfetta. Proprio per questo motivo essi vengono chiamati, con il loro nome scientifico di Chirotteri, una parola derivata dal greco che significa “mano alata”.
Un’altra caratteristica unica dei pipistrelli è quella di predatori notturni: essi sanno cacciare mentre si spostano in volo durante la notte, grazie ad un sofisticatissimo sistema di ultrasuoni. Nel buio essi si orientano usando la percezione dell’eco dei suoni molto acuti (ultrasuoni) che essi stessi emettono: le onde sonore urtano contro gli ostacoli o le prede posti sulla loro traiettoria e ritornano sotto forma di eco, l’eco viene catturato dai loro grandi padiglioni auricolari e elaborato dal cervello, che è in grado di ricostruire una minuziosa immagine tridimensionale dell’ambiente.
Quindi, niente paura! Quella che i pipistrelli vadano a sbattere contro cose o persone o addirittura possano ingarbugliarsi nei capelli, è solo una vecchia leggenda, che non ha mai trovato alcun riscontro scientifico: i pipistrelli sono macchine volanti estremamente sofisticate ed efficienti, con una probabilità d’errore pari quasi allo zero.
Questi animali sono, inoltre, estremamente socievoli tra loro anche tra individui appartenenti a specie differenti. Essi dormono a migliaia nello stesso ambiente (grotta o altro luogo adatto), per scaldarsi e proteggersi a vicenda, e collaborano nella ricerca del cibo di notte grazie ad un complesso sistema di comunicazione ancora in gran parte sconosciuto.
Allevano i piccoli aggrappati all’addome materno, da dove essi possono succhiare direttamente il latte dalle mammelle e le femmine tornano sempre a riprodursi nel luogo dove esse stesse sono nate.
A causa della progressiva riduzione dei loro rifugi naturali (grotte, fenditure delle pareti rocciose e cavità arboree) non è rara la presenza di Pipistrelli nelle costruzioni dell’uomo (edifici, ponti, viadotti, tunnel, pali della luce, antichi acquedotti, necropoli, ecc.).
I rifugi artificiali analoghi agli ambienti di grotta, caratterizzati da volumi cospicui, non disturbati, con soffitti adatti all’appiglio (di legno, pietra o mattone, non intonacati o con intonaco ruvido), bui, con temperatura e tasso di umidità idonei e assenza di correnti d’aria sono però estremamente rari.
Le specie che frequentano questo tipo di rifugi dimostrano spesso, nei loro confronti, un’estrema fedeltà, tornando a utilizzarli regolarmente, nello stesso periodo, ogni anno. Per tale ragione la distruzione/alterazione di un sito di rifugio può avere esiti estremamente negativi: per anni i pipistrelli (che sono longevi, per alcune specie è dimostrato il superamento dei 40 anni di vita) possono cercare ostinatamente di ritornare al sito scomparso o reso inutilizzabile e non trovare un valido sito di rifugio alternativo, andando incontro a decremento demografico e, nell’ipotesi peggiore, all’estinzione locale.
Finalmente riconosciuto il valore dei Pipistrelli per l’insostituibile ruolo di principali predatori notturni degli insetti, capaci di evitare l’aumento incontrollato delle popolazioni di alcuni di essi e l’importanza strategica per la conservazione della biodiversità, oggi numerose leggi nazionali ed europee prevedono la salvaguardia di tutte le specie di Pipistrelli e puniscono ogni atto volto a minacciarne la sopravvivenza.
Dal 2015 all’interno dell’Infernot di Palazzo Callori è stata identificata una colonia riproduttiva di Rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) che utilizza le cavità interne i corridoi ed i soffitti in mattone posti sotto la come rifugio e nursery.
Dopo un primo studio del comportamento all’interno del sito, che nel frattempo veniva aperto alle visite al pubblico nell’ambito delle iniziative di riutilizzo del Palazzo e dei suoi giardini, sono state adottate le prime misure atte a limitare il disturbo alla colonia nel periodo del ciclo vitale di maggior vulnerabilità ovvero l’allevamento dei piccoli.